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SOGNO: Antichi Lupi Mannari

Antichi lupi mannari
Strade fangose di notte, penso epoca romana; sono da solo, ma so che c’è altra gente che è andata altrove per qualche motivo; mi trovo improvvisamente in una parallela, sempre fangosa, più buia, e sento dietro di me il galoppo di un cavallo: mi supera un cavallo con in groppa una cavallerizza bionda e riccia, in abito celeste ottocentesco, con una spranga di ferro piantata fra le scapole – cavalca per inerzia e il cavallo scompare nell’oscurità; dietro di me arriva un calesse con un tizio in abito nero sempre ottocentesco o giù di lì – l’idea dell’ambientazione romana si fonde con quella messicana; il tipo cercava di raggiungere la donna, forse per salvarla o parlarci;

col tizio ci parlo non ricordo di cosa, penso della situazione, e – vista una crepa nel lato di un palazzo, la tocco con le dita: il lato del palazzo si affloscia come quando separi due fette di pan carrè, restando intatto, ma rivelando l’interno; mi affaccio e vedo una stalla coi cavalli immobili; da questo capisco che c’è un pericolo e che si tratta di lupi mannari – uno o più d’uno di loro sono in zona – uno, penso, potrebbe essere dove mi trovavo all’inizio del sogno, sull’altra parallela; penso che se fossi sul tetto di paglia dell’edificio che mi separa da quella strada potrei vedere e mi trovo subito sul tetto; in qualche modo so che il lupo potrebbe essere già sul terrazzino subito sotto il tetto di paglia ovvero vicinissimo a me – e qui c’è una serie di stop rewind del ‘se’, nel senso che immagino di sollevare la paglia e vedere il muso del lupo che mi ‘ringhia’ silenziosamente, ma poi non l’ho fatto veramente perché il pensiero che se il lupo è lì il suo udito mi abbia già percepito mi riporta indietro, sul tetto, senza avere sbirciato; per un paio di volte la scena si ripete con varianti dettate dal “fare le prove” di quello che posso fare lassù, in piena strizza, ma ragionndo semilucidamente.

[ Capitano Blasi]

Photo Click By: il sogno di Gelsomina (Licenza CC)