SOGNO: La Recita
Camminavo per le vie di Brixia romana con una mia amica, la città brulicava di vita e noi ci stavamo dirigendo al teatro per le ultime prove prima del grande spettacolo che si sarebbe svolto qualche sera più tardi.
Eravamo state scelte come semplici comparse da una famosa compagnia teatrale, ma dopo che uno degli attori protagonisti era finito in prigione per qualche motivo a me sconosciuto, il padrone del teatro, che mi aveva visto recitare, aveva deciso di affidarmi quel ruolo.
Salivo sul palco ma subito notavo una gran folla di persone assiepata di sotto e mi avvicinavo al direttore che mi diceva “é venuto il momento di recitare”, “ma non ho ancora studiato la parte” dicevo preoccupata, ma notavo che tutti gli altri si preparavano sulla scena.
L’opera era una tragedia, ambientata in un regno d’ispirazione greca. Un tremendo dittatore, spietato e senza scrupoli aveva ucciso la moglie, ed era finito in tribunale per essere giudicato definitivamente di tutti i crimini perpretrati in anni di tirannia, tutti lo avevano abbandonato, persino i suoi fedelissimi e nessuno osava difenderlo. Tutti tranne l’unica figlia (Porzia) che seppur molto unita alla madre e consapevole della colpevolezza del padre, ne provava pena e aveva deciso di difenderlo lei stessa di fronte ad un pubblico di uomini ostili.
Naturalmente io interpretavo Porzia e iniziavo a recitare la sua parte (tutta in latino ovviamente) con estremo pathos, ma ero molto agitata perchè pensavo di dimenticare pezzi del discorso e sbirciavo su un foglio che mi aveva dato il direttore poco prima. Prendevo coraggio e recitavo a pieni polmoni.
Questa mattina ricordavo tutto il monologo ma ora ricordo soltanto l’ultima frase che diceva, sempre in latino “Un uomo che un tempo era mio padre, ma ora è divenuto mia madre, un uomo per il quale non provo altro che pietà.”
dopodichè mi accasciavo sul palco e prima di sentire il pubblico applaudire mi sono svegliata.
[Annarita F.]
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